Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Italia ed Europa: il vento nero di destra.  Aprile 2011   Torna alle categorie

Italia ed Europa: il vento nero di destra

Italia ed Europa: il vento nero di destra.

 

 

Solamente il nostro provincialismo ci fa pensare e credere che l’Italia sia una anomalia nel panorama europeo e che mentre a noi tocchi un governo populista, leghista e (post)fascista in altri paesi le cose “vadano bene”.

Certo l’Italia ha prodotto ed esportato il fascismo (così come il berlusconismo) ed occorrerebbe chiedersi perché i due fenomeni più reazionari ed eversivi del secolo abbiano visto la luce nella “capitale morale”.

Sulla destra non cito testi specifici, ma una analisi preoccupata di “Le monde diplomatique” (gennaio 2011).

  • L’estrema destra ovunque supera elettoralmente il 10%. Il Polonia il ballottaggio alle presidenziali è avvenuto tra un ultra conservatore ed un rappresentante della “nuova” destra, in Ungheria il primo partito è conservatore, il secondo (17%) antisemita ed anti rom, nelle repubbliche baltiche si costruiscono monumenti alle truppe che hanno combattuto con i nazisti, nell’insospettabile nord, un tempo socialdemocratico e patria del welfare, l’astio verso la migrazione si trasforma in voto, in Belgio ed Olanda dilagano forze separatiste, anti Islam…

  • Il muro che, per decenni, ha separato la destra estrema e di derivazione fascista da quella moderata sta progressivamente scomparendo. Guido Caldiron parla di “destra plurale”. Questo tema non può più essere solamente oggetto di studio, ma assume precisa valenza politica.

  • L’estrema destra esprime l’opposizione alla globalizzazione, si mette a capo della battaglia continentale contro la presenza musulmana, in nome dell’identità europea e cristiana, ripropone la questione delle frontiere (ad est), inventa miti (la Padania) illogici, ma fortemente penetrati nel senso comune.

  • Esprime una vocazione plurale, dai gruppi estremistici, ai partiti antisistema, alla destra classica che si radicalizza (Austria), alle spinte regionaliste e localistiche. Molti/e hanno certamente visto il video in cui Borghezio consiglia ad esponenti dell’estrema destra francese di non presentarsi come fascisti, ma come portatori di istanze etniche, linguistiche, autonomistiche…

  • Interpreta la crisi profonda a livello economico, sociale, di prospettiva…dei paesi occidentali.

  • Presenta volti nuovi. Alle presidenziali francesi del 2007, il Front National francese ebbe un tracollo, con il vecchio Le Pen. Dato per morto, , ha ottenuto il 15% alle ultime amministrative e- con la nuova leader, Marine Le Pen- è dato al primo posto nei sondaggi per le prossime presidenziali. Cause di questo, un nuovo stile, nuovi temi e il timore per la possibile invasione islamica.

E chiaro che siamo davanti ad una situazione di emergenza che richiede conoscenza del fenomeno ed una risposta culturale, ma soprattutto sociale sui terreni (disoccupazione, precariato, delocalizzazioni industriali, deregolazione del mercato del lavoro, assenza di prospettive per i giovani…) da cui l’estrema destra, in tutte le sue forme trae il proprio nutrimento.

Casa Pound, Forza nuova, la Fiamma tricolore, ma anche tanti settori leghisti nascono da queste contraddizioni e cresceranno inevitabilmente su queste.

E’ una sfida a cui le forze democratiche e di sinistra debbono dare risposte immediate, a livello culturale, ma, ancor più, a livello sociale; prima che sia, veramente, troppo tardi.